Capitolo 4: Non di solo pane vive l'uomo

Il risveglio fra i cinguettii del campeggio è probabilmente il migliore dall'inizio del viaggio. Ci prepariamo a partire con moooolta calma, per sfruttare al meglio le prese di corrente e visto che non abbiamo impegni particolari. Stasera dovremo essere a Wellington, la capitale, ma ci vogliono massimo tre ore, quindi possiamo permetterci pause e deviazioni.
Un'occhiata alla guida ci suggerisce di dare alla giornata un taglio culturale, a partire dal museo regionale di Whanganui, che parla dell'antichissima storia del luogo: ci sono reperti ancestrali quali la bicicletta del bisnonno del giornalaio e una canoa maori che è stata usata l'ultima volta il mese scorso. Meglio nell'ala naturalistica, dato che ospita la più grande collezione di ossa di Moa e qualche strambo nome di volatile. Dopo essere saliti sulla torre più alta ad ammirare un ottimo panorama del circondario, che ha la spiacevole caratteristica di roteare a causa dei 176 scalini a chiocciola, andiamo a Palmerstone, dove ha sede il Museo nazionale del Rugby! Facciamo amicizia con il custode, che ha tremila anni e ci attacca uno spiegone in aramaico antico a cui annuiamo imbarazzati, ci documentiamo sull'origine e l'evoluzione dello sport e della sua tradizione kiwi e testiamo le nostre capacità nel divertente percorso a prove, dando libero sfogo ai dodicenni che normalmente teniamo a malapena a bada.
Taccio sui risultati per non mettere in imbarazzo i miei compagni di viaggio.
Ci tratteniamo fino all'ora di cena. Le 5. Poi il museo chiude e torniamo al parcheggio. Fortunatamente decidiamo di rimandare al giorno dopo la spesa, dal momento che all'arrivo al campeggio gratuito, con vista mare poco fuori la città, è rimasto solo un posto libero, che occupiamo immantinente. Dopo una bella pastazza (le salsicce precotte ci osservano minacciose), nanna in fretta, che la sveglia di domani, per prendere il traghetto, è letteralmente all'alba.

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