Capitolo 5: La lunga marcia

Ancora in pigiama, arriviamo al porto dieci minuti prima del check-in, per poi salire sul traghetto e affrontare il viaggio di 3 ore sullo stretto di Cook, che passa fra una cioccolata calda e due chiacchiere in francese.
A Picton riforniamo ogni tipo di risorsa, per prepararci al viaggio che ci porterà sulla West Coast, la zona più selvaggia del paese. Il tragitto fra valli e montagne porta con sé riflessioni più e meno scontate e problematiche inattese:
- Il patrimonio naturalistico della Nuova Zelanda è simile, per molti aspetti, a quello Italiano. Avendo la stessa e opposta latitudine, le differenze di clima sono dettate solo dal differente tipo di massa d'acqua circostante, che fa sì che il paese dei kiwi, specie in questa regione, somigli a un'immensa valle alpina. Qui però valorizzano molto di più le caratteristiche morfologiche, con una bassissima cementificazione e uno sfruttamento abile ma non invasivo dal punto di vista turistico.
- Però mannaggiaaimarsupiali sono capaci tutti a non cementare se hai un territorio della stessa dimensione del nostro ma UN QUINDICESIMO della popolazione, con tanto di cartelli "fai rifornimento perché per i prossimi 92 kilometri l'unica pompa che avrai a disposizione saranno i cuori dei tuoi compagni di viaggio".
- La strada montana ci permette di 'apprezzare' al meglio la guida sportiva di Andre. Viene stabilito di studiare con estrema attenzione il percorso dei giorni successivi per determinare in quali tratti gli sia permesso avvicinarsi a meno di un metro dal volante.
- Alla disperata ricerca di un contatto autoctono, comincio a conversare con gli ovini. Quelli non mancano.
- Luca decide invece di comunicare con il metallo e suona a qualsiasi mezzo di locomozione entri nella sua visuale, sperando in una risposta.
A sera, arriviamo in vista dell'oceano, su una costa a picco che ricorda casa, una specie di Liguria lunga fino a Roma. Ci fermiamo a Punakaiki, meta famosa per le curiose formazioni geologiche note come Pancake Rocks, che a causa di un processo di erosione bislacco hanno assunto la forma, per l'appunto, di una pila di frittelle. Con un certo languorino, parcheggiamo sulla spiaggia (previo incontro con la custode, simpatica come uno spillo nel perineo) e ceniamo abbondantemente, prima di cercare sulla mappa l'attacco di un trekking che sembra interessante per il giorno dopo. Sotto un cielo stellatissimo e irriconoscibile, ci malediciamo per l'abitudine di fermarci vicino all'acqua (maledetti moscerini) e impostiamo la sveglia sul presto.

Commenti

Post popolari in questo blog

Capitolo 0: Prologo

Capitolo 8: I giorni dell'aquila